TOSSINA BOTULINICA
- Se si sospendono le sedute, le rughe e i segni d’espressione peggiorano drasticamente
Non è vero, qualora si decidesse di non fare più il botulino, non ci sarebbe nessun peggioramento. - Si può verificare assuefazione?
No, non si verifica assuefazione anzi, terapie ripetute nel tempo, portano a un miglioramento dell’efficacia - La tossina botulinica provoca danni al cervello
Questa notizia, che si basa su uno studio del 2008, scoraggia molti ad effettuare terapie con il botulino.
In realtà lo studio fu condotto sui ratti con dosaggi 2500 volte superiori a quelle usate in medicina estetica e alla base del nervo olfattivo che è in diretto contatto con il cervello. Questo, chiariamo, non è un punto d’inoculo in medicina estetica. In ogni caso in tanti anni di terapie con la tossina botulinica, il cui uso in Italia nell’ambito della medicina estetica è stato approvato dal Ministero della Sanità nel 2004, in migliaia e migliaia di applicazioni terapeutiche, non si è mai verificato un evento documentato di danno al cervello. - Effetti collaterali della tossina botulinica sono lievi e reversibili
Qualsiasi farmaco, anche quello che compriamo in farmacia senza bisogno di ricetta medica, può dare effetti collaterali e la terapia con il botulino non sfugge a questa evenienza. Quelli più frequenti sono l’eccessiva immobilità dei muscoli trattati, la ptosi (abbassamento) palpebrale o sopraccigliare, o un risultato asimmetrico. Comunque è vero gli effetti collaterali scompaiono, senza necessità di terapie, nell’arco di qualche settimana.
Nel maggio 2022 la rivista medica Aeshetic Surgery Journal pubblicata dall’Oxford University Press divulga un’analisi sistematica che arriva a queste conclusioni: “La maggior parte delle complicanze sono lievi e transitorie.”
È necessario che il medico che esegue il botulino sia adeguatamente formato ma gli effetti collaterali non sono assolutamente gravi né irreversibili, anzi sono persino poco frequenti a fronte del quantitativo di fiale utilizzate: ogni anno vengono vendute un milione di fiale, per circa 500-600mila trattamenti.
LA PELLE CAMBIA DURANTE LA MENOPAUSA E RICHIEDE UNA COSMESI APPROPRIATA
In effetti durante la menopausa le alterazioni ormonali, in particolare il calo degli estrogeni, determinano aridità e secchezza cutanea e questo comporta la necessità di adottare una cosmesi adeguata alle nuove esigenze. Una vecchia interpretazione della menopausa collocava questo periodo in rapporto alla fine della vita attiva della donna, della sessualità, della vita di relazione, del sentirsi attraenti e desiderabili, tutti concetti che sono, attualmente, superati. In realtà si tratta di una fase della vita che richiede semplicemente una corretta gestione. Sono state identificate tre fasi: la peri-menopausa che va dai 45 ai 50 anni, la menopausa dai 50 ai 60 anni e la post-menopausa oltre i 60 anni.
Le nuove condizioni in cui si trova la cute sono: secchezza, minore elasticità, lassità cutanea, macchie e rughe. Come affrontare queste problematiche? Ci sono diverse terapie medico estetiche ma, in questa sessione, ci occuperemo solo della cosmesi.
– È consigliata una detersione delicata in modo da non alterare ulteriormente l’equilibrio della barriera cutanea. Quindi creme oli e mousse lavanti e, periodicamente, prodotti esfolianti.
– Bisogna preferire i prodotti idratanti e nutrienti. Ideali quelli che hanno entrambe le caratteristiche magari associati anche al filtro solare.
– Sono utili gli agenti antiossidanti come la vitamina C e la vitamina E
– Per restituire tono alla cute disponiamo di prodotti come per esempio il proxylane, agente ottenuto a partire da uno zucchero, lo xylosio.
– Un notevole contributo lo danno anche i fitoestrogeni, che sono composti di origine vegetale che hanno un’azione simil ormonale in grado di stimolare persino la produzione del collagene. Tra tutti ricordiamo la genistina, un isoflavone contento nella soia.
– La cosmesi ideale dev’essere individuata da un medico estetico che troverà le formulazioni idonee, valutando i parametri cutanei e le condizioni generali del soggetto.
– Non dimentichiamo i consigli generali: evitare il fumo, il consumo di alcol e cibi piccanti, ridurre il sovrappeso, valutare con lo specialista l’assunzione di vit D e la terapia ormonale sostitutiva, concedersi attività rilassanti.
LIFTING DELLA PAUSA PRANZO
È molto in uso questa terminologia che, ammettiamolo, risulta accattivante perché vuol dare l’idea di una terapia che si esegue in pochissimo tempo, senza rischi e con ottimi risultati al punto che, pur non essendo un intervento chirurgico, può essere considerato sovrapponibile. È proprio così?
Premesso che con questo termine s’indica generalmente la terapia con i fili di trazione, dobbiamo sapere che stiamo agendo a livello sottocutaneo mentre, con la tecnica chirurgica, agiamo a livello più profondo potendo riposizionare i tessuti e i muscoli del volto con risultati decisamente più duraturi. Tuttavia, selezionando bene il paziente, le tecniche ambulatoriali possono portare a risultati molto soddisfacenti con il grande vantaggio di non dover affrontare la camera operatoria, l’anestesia generale, il decorso postoperatorio e l’astensione dal lavoro.
Sarebbe opportuno non banalizzare queste tecniche come succede se le posizioniamo nella pausa pranzo. Bisogna tener conto del tempo necessario per la visita medica che dev’essere effettuata in precedenza rispetto alla sessione d’intervento e, contestualmente, dedicarsi alla spiegazione dei rischi e dei benefici della terapia con il consenso informato che poi il paziente dovrà firmare. In relazione alla terapia il paziente dovrà essere perfettamente preparato ad affrontare l’impianto dei fili, con accurata detersione e disinfezione, con l’individuazione sul volto dei punti di repere, con l’anestesia locale, con le foto da allegare alla cartella clinica. Inoltre le procedure devono essere accurate, eseguite con tecnica ineccepibile, e bisogna avere il tempo di spiegare le precauzioni da adottare nei giorni successivi e le eventuali prescrizioni farmacologiche. Pur non essendo una procedura chirurgica si tratta di una terapia moderatamente invasiva, che richiede molte cautele e che non bisogna assolutamente sottovalutare.
TUTTI GIOVANI CON LE PUNTURINE!
Questa frase, tante volte sentita, fa riferimento ad uno dei cavalli di battaglia della medicina estetica: la biostimolazione. Ma il termine ‘punturine’ è scorretto e inopportuno. Probabilmente, usando questo termine si vuole minimizzare la paura e la diffidenza di molte persone e dare la sensazione che si tratti di qualcosa di accessibile e semplice. Purtroppo si rischia di sminuire una terapia medica ambulatoriale di grande interesse per la prevenzione e la cura dell’invecchiamento cutaneo. La medicina estetica infatti non è solo correzione degli inestetismi ma anche e soprattutto una cura a lungo termine. Per la biostimolazione vengono utilizzati diversi principi attivi: acido ialuronico naturale non cross linkato o debolmente cross linkato, acido ialuronico da solo o associato agli aminoacidi precursori del collagene o ai polinucleotidi o altre combinazioni, oppure il PRP (plasma ricco in piastrine).
Per ogni grado d’invecchiamento, tenendo conto della classificazione di Rubin, la SIME ha stilato un protocollo di intervento con diverse sostanze registrate come Medical devices di classe 3A (direttiva 93/ 42 giugno 1993). Un protocollo dettagliato quindi che fornisce precise indicazioni. Nulla a che fare con le cosiddette ‘punturine’! Bensì un atto medico che dev’essere eseguito solo in caso di reale necessità, da solo o in associazione con altre terapie medico estetiche.
Oltre a rallentare il processo d’invecchiamento la biostimolazione rende possibile procrastinare le terapie correttive, migliorandone anche l’efficacia. Una metodica a basso impatto economico e di grande rilevanza clinica che consente di conservare la pelle di tutto il viso in buono stato e quindi di migliorare l’immagine al di là della correzione della singola ruga.